Comunità latinoamericana in festa: Virgen di Urkupiña e non solo
Molte fedi nella preghieraValentina Piantoni
30 ottobre 2023
Comunità latinoamericana in festa: Virgen di Urkupiña e non solo
di / Valentina Piantoni
Lo scorso 15 agosto, come ogni anno dal 2002, la comunità boliviana cattolica presente nella Diocesi di Bergamo si è data appuntamento per la celebrazione della festa della Virgen de Urkupiña, evento incluso nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.
Il racconto della festa si intreccia alle parole di don Mario Marossi, cappellano della comunità migrante latinoamericana nella Diocesi di Bergamo, e Álvaro Quiroga, cittadino boliviano residente a Bergamo dal 2006 e rappresentante dei boliviani nella pastorale della diocesi di Bergamo per i cattolici di altra madrelingua: come Babel abbiamo avuto il piacere di intervistare entrambi.
La festa della Vergine di Urkupiña costituisce una delle festività religiose latinoamericane più conosciute sul territorio bergamasco, a causa del suo carattere accattivante e della numerosa presenza della comunità boliviana in città.
La Vergine di Urkupiña viene venerata nella città di Quillacollo (Cochabamba, Bolivia) il 15 agosto - giorno dell’apparizione della Vergine, secondo la leggenda - ma comprende una lunga serie di celebrazioni nei mesi di luglio e agosto. La festa trae origine dalla leggenda di una giovane pastorella che, recatasi a portare al pascolo le sue pecore in cima al colle di Urkupiña, vede apparire davanti a sé l’immagine di una donna “celeste” che le dice di portare a casa con sé delle pietre. La giovane non comprende il senso di ciò ma si fida della donna e, tornata a casa, scopre che le pietre si sono trasformate in oro. In seguito all'emigrazione boliviana, la festa ha iniziato a essere celebrata in numerose città del mondo dove sono presenti comunità di boliviani, formando parte di quel bagaglio culturale e religioso che ciascuna persona migrante porta con sé.
La Madonna dell’integrazione, così viene anche chiamata, “accompagna i molti boliviani immigrati nella speranza che questa possa aiutarli a integrarsi nella nuova società”, come ci racconta Álvaro. In questo, aggiunge, ha giocato un ruolo importante anche la “comunità bergamasca e la diocesi che si è mostrata sensibile, rispettosa e accogliente nei confronti delle tradizioni” che hanno accompagnato i nuovi cittadini.
Per quanto riguarda il percorso, quest’anno la processione a Bergamo ha avuto inizio in borgo Santa Caterina, ma la parrocchia scelta per la partenza cambia tutti gli anni, per permettere maggior visibilità e partecipazione alla cerimonia. Il punto di arrivo invece è sempre lo stesso: la chiesa di San Lazzaro.
Questo giorno di festa prevede una mezcla tra folklore e spiritualità, danze, abiti tradizionali e preghiera, che dà vita a un vivace e colorato corteo che vediamo sfilare per le vie del centro, ben lontano dall’idea locale di processione religiosa. L’aspetto folklorico ricopre un ruolo centrale e comprende lunghi incontri di preparazione dei balli e delle sfilate, ma il risultato ripaga ogni sacrificio. Inoltre, riferisce Álvaro, ciascun credente che partecipa alla celebrazione si assicura che il proprio costume per la sfilata venga spedito in tempo direttamente dalla Bolivia, con tutti i costi che questo implica. Álvaro menziona anche l’attiva partecipazione delle nuove generazioni ai preparativi alla festa, che contribuisce ad alimentare il senso di appartenenza alla propria terra o, per i figli e le figlie di immigrati, a quella dei propri genitori.
La sua celebrazione a Bergamo è particolarmente significativa, poiché permette alla comunità boliviana di unirsi in festa, di conoscersi e ampliare la propria rete sociale, alleviando la nostalgia per la lontananza dalla propria terra. Allo stesso tempo, permette di rendere partecipe anche la comunità bergamasca e di condividere diverse forme di espressione e preghiera.
A distanza di qualche mese dalla celebrazione, don Mario ricorda come l’aspetto più rilevante di quella giornata sia stato il “desiderio di integrazione, di scambio e valorizzazione” che muove la comunità nella commemorazione di feste come questa.
Concludo sottolineando, come suggerisce anche Álvaro, l’importanza di creare opportunità di incontro e scambio, di ponti per confrontarsi e avvicinarsi, per promuovere e stimolare una convivenza pacifica e costruttiva: questa festa ha rappresentato proprio una di queste occasioni.
La comunità boliviana, quindi, è sicuramente quella numericamente più ricca nella città di Bergamo, ma, come ci tiene a sottolineare don Mario, le festività e le tradizioni portate in città dalla comunità latinoamericana sono molte e varie. Per ricordarne alcune, la seconda domenica di settembre è stata dedicata alla patrona di Cuba, la Virgen de la Caridad del Cobre, mentre nel mese di ottobre si sono tenute le celebrazioni di Nostra Signora Aparecida, patrona del Brasile venerata il 12 ottobre e del Señor de los Milagros, venerato in Perù il 28 ottobre. L’anno delle danze folkloriche si chiuderà a dicembre con la festa religiosa del Divin Niño, celebre in Ecuador.